Napoli
Fondata dai cumani nell’VIII secolo a.C., fu tra le città più importanti della Magna Grecia[7] e giocò un notevole ruolo commerciale, culturale e religioso nei confronti delle popolazioni italiche circostanti.[8] Dopo il crollo dell’Impero romano, nell’VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall’Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per più di cinquecento anni, fu capitale del Regno di Napoli; con la Restaurazione divenne capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone fino all’Unità d’Italia.
Sede della Federico II, la più antica università del mondo a essere nata attraverso un provvedimento statale[9], ospita, altresì, L’Orientale, la più antica università di studi sinologici e orientalistici del continente[10], e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo.[11] Luogo d’origine della lingua napoletana, ha rivestito e riveste tuttora un forte peso in numerosi campi del sapere, della cultura e dell’immaginario collettivo.
Protagonista dell’umanesimo[12] e centro illuminista di livello europeo[13], Napoli è stata a lungo un punto di riferimento globale per la musica classica e l’opera attraverso la scuola musicale napoletana[14], dando tra l’altro origine all’opera buffa.[15]
Città dall’imponente tradizione nel campo delle arti figurative, che affonda le proprie radici nell’età classica, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il Rinascimento napoletano[16] e il barocco napoletano[17], il caravaggismo[18], la scuola di Posillipo[19], la scuola di Resina e il liberty napoletano[20], nonché ad arti minori, ma di rilevanza internazionale, quali la porcellana di Capodimonte[21] e il presepe napoletano.[22]
È all’origine di una forma distintiva di teatro[23], di una canzone di fama mondiale[24] e di una peculiare tradizione culinaria[25] che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone globali, come la pizza napoletana[26] e l’arte dei suoi pizzaioli, che è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità.[27]
Nel 1995 il centro storico di Napoli è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità per i suoi monumenti, che testimoniano la successione di culture del Mediterraneo e dell’Europa.[28] Nel 1997 l’apparato vulcanico Somma–Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d’Oro, in cui ricadono anche i quartieri orientali della città) tra le riserve mondiali della biosfera.[29]
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